Nel saggio la riflessione di Charles Taylor viene prima introdotta come alternativa al razionalismo habermasiano e quindi esaminata e discussa alla luce del suo debito, esplicito, ma non trasparente, con la tradizione romantica. Più in generale, l’obiettivo è chiarire quale tipo di relazione intellettuale esista tra la protesta romantica contro le patologie della forma di vita moderna e lo stile di pensiero critico, ideato e inaugurato da una ristretta cerchia di filosofi durante l’illuminismo e di cui il pensatore canadese può essere considerato a buon diritto un epigono, per quanto eccentrico. Con il nome di “romanticismo filosofico” viene qui intesa una varietà riconoscibile di sensibilità e intelligenza che, nella sostanza, (1) si comprende come una critica della ragion cinica; (2) si fonda su una sequela di tonalità emotive non coerenti, ma concatenate, da cui scaturisce un processo interminabile di trasformazione delle pas-sioni in ragioni (e viceversa); (3) si fonda sull’esperienza della “valutazione forte”, cioè di beni il cui valore non dipende esclusiva-mente dall’endorsement del soggetto; (4) contribuisce nella modernità a una controversia dall’esito incerto su un’intera costella-zione di significanti, significati e referenti della teoria, immaginazione e pratica della libertà (autonomia e autenticità, autodetermi-nazione e autorealizzazione, emancipazione e riconciliazione, ecc.).

Un romanticismo critico. Charles Taylor e i disagi della modernità

P. Costa
2020-01-01

Abstract

Nel saggio la riflessione di Charles Taylor viene prima introdotta come alternativa al razionalismo habermasiano e quindi esaminata e discussa alla luce del suo debito, esplicito, ma non trasparente, con la tradizione romantica. Più in generale, l’obiettivo è chiarire quale tipo di relazione intellettuale esista tra la protesta romantica contro le patologie della forma di vita moderna e lo stile di pensiero critico, ideato e inaugurato da una ristretta cerchia di filosofi durante l’illuminismo e di cui il pensatore canadese può essere considerato a buon diritto un epigono, per quanto eccentrico. Con il nome di “romanticismo filosofico” viene qui intesa una varietà riconoscibile di sensibilità e intelligenza che, nella sostanza, (1) si comprende come una critica della ragion cinica; (2) si fonda su una sequela di tonalità emotive non coerenti, ma concatenate, da cui scaturisce un processo interminabile di trasformazione delle pas-sioni in ragioni (e viceversa); (3) si fonda sull’esperienza della “valutazione forte”, cioè di beni il cui valore non dipende esclusiva-mente dall’endorsement del soggetto; (4) contribuisce nella modernità a una controversia dall’esito incerto su un’intera costella-zione di significanti, significati e referenti della teoria, immaginazione e pratica della libertà (autonomia e autenticità, autodetermi-nazione e autorealizzazione, emancipazione e riconciliazione, ecc.).
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QTS, 20, 1-2 - 34. Costa P., Un romanticismo critico.pdf

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11582/321320
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