Questa è la traduzione italiana di uno scritto inedito di Charles Taylor. Il tema è la crescita morale dell’essere umano. Spesso viviamo in uno spazio mentale/emotivo angustamente centrato su di noi. Siamo però anche consapevoli di abitare uno spazio etico in cui contano anche altre persone e scopi più elevati; in cui riconosciamo le pretese degli altri nei nostri confronti e le modalità di realizzazione umana che sono parti più piene ed essenziali della nostra natura. Questi due spazi, quello più ristretto e quello più ampio, sono in tensione, ma di tanto in tanto possiamo andare oltre e sentire la piena ispirazione e la forza dell’appello a vivere in uno spazio molto più grande. È qui che diventa rilevante l’intuizione che la storia umana sia il luogo di una lenta crescita della visione etica. Ma il processo di realizzazione di questo obiettivo non è fluido e continuo. Ha una forma dialettica, ma non nel senso hegeliano in cui ogni mossa risolve una tensione e ne crea una nuova. In realtà, le cose sono più disordinate e caotiche di così. Infatti, nella spinta etica verso l’alto della storia umana, i passi avanti tentati possono generare altri mali e questi mali possono a loro volta far nascere nuovi rimedi. Se stiamo davvero convergendo verso un’etica comune, ne consegue perciò che stiamo andando verso un’unica spiritualità/religione universale? Ovviamente no. Ogni spiritualità offre percorsi di trasformazione – attraverso la liturgia, la preghiera, la meditazione, le discipline – in mancanza dei quali la nostra etica rimarrà per sempre lettera morta.
Storia della crescita etica
Costa P.
2022-01-01
Abstract
Questa è la traduzione italiana di uno scritto inedito di Charles Taylor. Il tema è la crescita morale dell’essere umano. Spesso viviamo in uno spazio mentale/emotivo angustamente centrato su di noi. Siamo però anche consapevoli di abitare uno spazio etico in cui contano anche altre persone e scopi più elevati; in cui riconosciamo le pretese degli altri nei nostri confronti e le modalità di realizzazione umana che sono parti più piene ed essenziali della nostra natura. Questi due spazi, quello più ristretto e quello più ampio, sono in tensione, ma di tanto in tanto possiamo andare oltre e sentire la piena ispirazione e la forza dell’appello a vivere in uno spazio molto più grande. È qui che diventa rilevante l’intuizione che la storia umana sia il luogo di una lenta crescita della visione etica. Ma il processo di realizzazione di questo obiettivo non è fluido e continuo. Ha una forma dialettica, ma non nel senso hegeliano in cui ogni mossa risolve una tensione e ne crea una nuova. In realtà, le cose sono più disordinate e caotiche di così. Infatti, nella spinta etica verso l’alto della storia umana, i passi avanti tentati possono generare altri mali e questi mali possono a loro volta far nascere nuovi rimedi. Se stiamo davvero convergendo verso un’etica comune, ne consegue perciò che stiamo andando verso un’unica spiritualità/religione universale? Ovviamente no. Ogni spiritualità offre percorsi di trasformazione – attraverso la liturgia, la preghiera, la meditazione, le discipline – in mancanza dei quali la nostra etica rimarrà per sempre lettera morta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.