Il volume contiene la traduzione (dal francese, a cura di P. Costa) della conferenza tenuta da André Comte-Sponville a Trento, presso la Fondazione Bruno Kessler, il 29 settembre 2014, in apertura del convegno "Devi cambiare la tua vita! Pratiche di trasformazione del sé dentro e fuori le religioni". Il saggio di Comte-Sponville è preceduto da un'introduzione del curatore (pp. 5-16) e una postfazione di D. Zordan (pp. 59-66). A. Comte-Sponville, che si definisce un «ateo non dogmatico e fedele», si interroga su che cosa resta quando si perde la fede e in che cosa consista una spiritualità senza Dio. Si tratta – risponde il filosofo francese – di una spiritualità dell’immanenza, della fedeltà più che della fede, dell’amore più che della speranza, dell’eternità presente più che di quella a venire, infine dell’azione e della meditazione più che dei riti o della preghiera. Questo saggio sintetizza in maniera esemplare una possibile via d’uscita dalla condizione di scacco a cui il trionfo della modernità sembra aver condannato molte persone che hanno tagliato definitivamente i ponti con le credenze religiose tradizionali. La curiosità per le opinioni altrui, la rinuncia a qualsiasi urgenza di convertire e la disponibilità a imparare tutto ciò che si può apprendere dagli altri richiede la disponibilità a sostare sul crinale tra credenza e incredulità, tra fede e scetticismo, tra la fedeltà alla terra e il desiderio di darle un senso.
Spiritualità per atei. Cosa resta quando si rinuncia alla fede
P. Costa
2015-01-01
Abstract
Il volume contiene la traduzione (dal francese, a cura di P. Costa) della conferenza tenuta da André Comte-Sponville a Trento, presso la Fondazione Bruno Kessler, il 29 settembre 2014, in apertura del convegno "Devi cambiare la tua vita! Pratiche di trasformazione del sé dentro e fuori le religioni". Il saggio di Comte-Sponville è preceduto da un'introduzione del curatore (pp. 5-16) e una postfazione di D. Zordan (pp. 59-66). A. Comte-Sponville, che si definisce un «ateo non dogmatico e fedele», si interroga su che cosa resta quando si perde la fede e in che cosa consista una spiritualità senza Dio. Si tratta – risponde il filosofo francese – di una spiritualità dell’immanenza, della fedeltà più che della fede, dell’amore più che della speranza, dell’eternità presente più che di quella a venire, infine dell’azione e della meditazione più che dei riti o della preghiera. Questo saggio sintetizza in maniera esemplare una possibile via d’uscita dalla condizione di scacco a cui il trionfo della modernità sembra aver condannato molte persone che hanno tagliato definitivamente i ponti con le credenze religiose tradizionali. La curiosità per le opinioni altrui, la rinuncia a qualsiasi urgenza di convertire e la disponibilità a imparare tutto ciò che si può apprendere dagli altri richiede la disponibilità a sostare sul crinale tra credenza e incredulità, tra fede e scetticismo, tra la fedeltà alla terra e il desiderio di darle un senso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.