È la traduzione della Davide Zordan Lecture tenuta da A.J. Carroll a Trento il 6 dicembre 2017. Oltre al testo di Carroll, il volume contiene un'introduzione di Paolo Costa (pp. 5-12). Due persone ritornano in un giardino da tempo abbandonato e scoprono che le piante sono in ottima salute. Uno dei due crede che se ne sia occupato un giardiniere invisibile, mentre l’altro è convinto che non esista nessun giardiniere. Chi dei due ha ragione? Il modo in cui cataloghiamo le cose dice notoriamente molto di noi e del nostro modo di vivere e sono le classificazioni binarie a essere particolarmente rivelatrici. Che ne sarebbe del nostro mondo se smettessimo di suddividerlo in oggetti naturali e artificiali, viventi e non viventi, natura e cultura, civiltà e barbarie, destra e sinistra, alto e basso, salute e malattia, intelligenza e ottusità, femminile e maschile, sacro e profano? In ambito religioso una delle coppie più popolari è quella che separa i credenti dai non credenti, anche se misurare la propria religiosità o irreligiosità è una faccenda tutt’altro che semplice anche perché un numero crescente di individui non riesce a farsi un’idea precisa di quali siano gli oggetti della credenza religiosa e desidera vivere la propria condizione personale come uno stato di ricerca permanente, in un pendolarismo – né tiepido, né dogmatico – tra credenza e sospensione della credenza. Anche se, osserva Carroll, prima ancora della credenza è il destino della speranza a rappresentare la vera posta in gioco nella trasformazione della spiritualità contemporanea.
Il giardiniere invisibile. Credere, non credere, cercare
P. Costa
2019-01-01
Abstract
È la traduzione della Davide Zordan Lecture tenuta da A.J. Carroll a Trento il 6 dicembre 2017. Oltre al testo di Carroll, il volume contiene un'introduzione di Paolo Costa (pp. 5-12). Due persone ritornano in un giardino da tempo abbandonato e scoprono che le piante sono in ottima salute. Uno dei due crede che se ne sia occupato un giardiniere invisibile, mentre l’altro è convinto che non esista nessun giardiniere. Chi dei due ha ragione? Il modo in cui cataloghiamo le cose dice notoriamente molto di noi e del nostro modo di vivere e sono le classificazioni binarie a essere particolarmente rivelatrici. Che ne sarebbe del nostro mondo se smettessimo di suddividerlo in oggetti naturali e artificiali, viventi e non viventi, natura e cultura, civiltà e barbarie, destra e sinistra, alto e basso, salute e malattia, intelligenza e ottusità, femminile e maschile, sacro e profano? In ambito religioso una delle coppie più popolari è quella che separa i credenti dai non credenti, anche se misurare la propria religiosità o irreligiosità è una faccenda tutt’altro che semplice anche perché un numero crescente di individui non riesce a farsi un’idea precisa di quali siano gli oggetti della credenza religiosa e desidera vivere la propria condizione personale come uno stato di ricerca permanente, in un pendolarismo – né tiepido, né dogmatico – tra credenza e sospensione della credenza. Anche se, osserva Carroll, prima ancora della credenza è il destino della speranza a rappresentare la vera posta in gioco nella trasformazione della spiritualità contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.