In questa sede si raccolgono i risultati ottenuti con l’analisi chimica e strutturale condotta su tondelli monetali che caratterizzano, e distinguono, un gruzzolo di imitazioni celtiche rinvenuto a Trento. Si aggiungono poi alcune considerazioni sulla possibile funzione/destinazione degli stessi. In dettaglio si tratta di 18 pezzi prodotti nella prima metà del I sec. a.C. che Giovanni Gorini, in questo stesso volume, collega alle emissioni dei Rolltier Stater della Germania meridionale. Sulla tecnica di fabbricazione non sussistono dubbi. I reperti – molto omogenei per forma e peso – conservano le caratteristiche tipiche di un procedimento condotto in più fasi. Alla predisposizione del tondello, fuso entro stampi adeguatamente predisposti, è seguita la battitura dei coni, malamente percettibile a causa dei metodi speditivi, affatto rari nei tempi antichi. Delle perplessità e delle incertezze sono invece emerse – già in fase di restauro e, più tardi, nel momento classificatorio – sul metallo impiegato che, per quanto noto e da subito escluso l’oro, ci si sarebbe aspettati essere argento o una lega con un’alta percentuale di questo. Da qui l’esigenza di un approfondimento che, travalicando i soli metodi dell’approccio autoptico anche micrometrico, assecondasse in maniera più esaustiva possibile la verifica composizionale dei tondelli, sempre più sentita anche nel campo degli studi numismatici
Trento: monete dell`area del teatro Sociale (scavi 1990/1992). Evidenze composizionali e strutturali dei materiali in relazione all`indagine numismatica e alla destinazione
Girardi, Silvia;Micheli, Victor
1998-01-01
Abstract
In questa sede si raccolgono i risultati ottenuti con l’analisi chimica e strutturale condotta su tondelli monetali che caratterizzano, e distinguono, un gruzzolo di imitazioni celtiche rinvenuto a Trento. Si aggiungono poi alcune considerazioni sulla possibile funzione/destinazione degli stessi. In dettaglio si tratta di 18 pezzi prodotti nella prima metà del I sec. a.C. che Giovanni Gorini, in questo stesso volume, collega alle emissioni dei Rolltier Stater della Germania meridionale. Sulla tecnica di fabbricazione non sussistono dubbi. I reperti – molto omogenei per forma e peso – conservano le caratteristiche tipiche di un procedimento condotto in più fasi. Alla predisposizione del tondello, fuso entro stampi adeguatamente predisposti, è seguita la battitura dei coni, malamente percettibile a causa dei metodi speditivi, affatto rari nei tempi antichi. Delle perplessità e delle incertezze sono invece emerse – già in fase di restauro e, più tardi, nel momento classificatorio – sul metallo impiegato che, per quanto noto e da subito escluso l’oro, ci si sarebbe aspettati essere argento o una lega con un’alta percentuale di questo. Da qui l’esigenza di un approfondimento che, travalicando i soli metodi dell’approccio autoptico anche micrometrico, assecondasse in maniera più esaustiva possibile la verifica composizionale dei tondelli, sempre più sentita anche nel campo degli studi numismaticiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.