Comunicare con chi non parla la nostra lingua sta assumendo un'importanza sempre più rilevante con l'accrescere delle possibilità di mobilità e di comunicazione. Nella storia si sono avuti diversi tentativi di dare una risposta a questo problema, pensiamo al mito della torre di Babele, al linguaggio universale di Descartes, al più recente esperanto. E' stato un susseguirsi di proposte per trovare un linguaggio universale condiviso e parlato da tutti. In tempi più recenti l'apprendimento delle lingue straniere è stato considerato tra gli obiettivi principali della scuola e nell'Unione Europea è uno degli obiettivi primari per la formazione del "nuovo cittadino europeo". La lingua rappresenta inoltre una delle espressioni principali della cultura di un popolo e di un territorio e solo tramite la propria lingua è possibile esprimere e valorizzare al meglio se stessi e la propria cultura. Nella società dell'informazione e della globalizzazione questo problema sta emergendo in modo evidente: pensiamo ad Internet, alla sua potenzialità di comunicazione ed alla difficoltà di presenza nella rete per alcune lingue che sono parlate da miliardi di persone (cinese, indiano, ecc.). Abbiamo a disposizione un'infrastruttura di rete e telefonica che permette a miliardi di persone di comunicare quasi in tempo reale, ma queste stesse persone non possono accedere alle informazioni presenti nella rete e/o comunicare con persone che parlano lingue diverse. Negli ultimi anni sono stati attivati importanti progetti nel settore della traduzione a voce. Importanti risultati sono stati dimostrati dal Consorzio CSTAR I e II tra i cui partner c'è l'ITC-irst di Trento

Il nuovo esperanto si chiama interlingua

Lazzari, Giannino
2000-01-01

Abstract

Comunicare con chi non parla la nostra lingua sta assumendo un'importanza sempre più rilevante con l'accrescere delle possibilità di mobilità e di comunicazione. Nella storia si sono avuti diversi tentativi di dare una risposta a questo problema, pensiamo al mito della torre di Babele, al linguaggio universale di Descartes, al più recente esperanto. E' stato un susseguirsi di proposte per trovare un linguaggio universale condiviso e parlato da tutti. In tempi più recenti l'apprendimento delle lingue straniere è stato considerato tra gli obiettivi principali della scuola e nell'Unione Europea è uno degli obiettivi primari per la formazione del "nuovo cittadino europeo". La lingua rappresenta inoltre una delle espressioni principali della cultura di un popolo e di un territorio e solo tramite la propria lingua è possibile esprimere e valorizzare al meglio se stessi e la propria cultura. Nella società dell'informazione e della globalizzazione questo problema sta emergendo in modo evidente: pensiamo ad Internet, alla sua potenzialità di comunicazione ed alla difficoltà di presenza nella rete per alcune lingue che sono parlate da miliardi di persone (cinese, indiano, ecc.). Abbiamo a disposizione un'infrastruttura di rete e telefonica che permette a miliardi di persone di comunicare quasi in tempo reale, ma queste stesse persone non possono accedere alle informazioni presenti nella rete e/o comunicare con persone che parlano lingue diverse. Negli ultimi anni sono stati attivati importanti progetti nel settore della traduzione a voce. Importanti risultati sono stati dimostrati dal Consorzio CSTAR I e II tra i cui partner c'è l'ITC-irst di Trento
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