L’integrazione di dati derivanti da metodi di rilievo differenti è uno dei problemi aperti nel campo della modellazione tridimensionale rivolta alla conservazione e alla documentazione di beni culturali. Se da una parte la digitalizzazione di opere d’arte ad alta risoluzione è necessaria per la visualizzazione dettagliata dei modelli, dall’altra, porre l’opera in un contesto geometrico e geografico più ampio risulta necessario ai fini della comprensione della stessa. Nel caso di edifici storici o siti culturali è quindi fondamentale localizzare la struttura nell’ambito territoriale di competenza. A tale scopo si rende necessaria l’integrazione di modelli 3D realizzati con sensori attivi (laser scanner) o fotogrammetria terrestre e modelli digitali della superficie (DSM) per la ricostruzione della morfologia del territorio. Mentre molte ricerche sono in atto per l’integrazione della fotogrammetria digitale e delle tecnologie laser, meno attenzione è rivolta all’integrazione di modelli digitali del suolo con modelli ottenuti attraverso la fotogrammetria a corto raggio. Nonostante le due tecniche siano entrambe basate sull’utilizzo di immagini digitali, il procedimento per ottenere il modello finale è spesso differente, così come sono differenti, soprattutto da un punto di vista delle dimensioni finali, la risoluzione e la tipologia dei modelli ottenuti. In questo articolo viene descritto il procedimento da noi utilizzato per la generazione automatica e l’integrazione di modelli ottenuti da foto aeree, terrestri e laser scanner, prendendo come esempio un castello medievale situato in Trentino. I modelli sono stati eseguiti in diverse fasi e con strumenti differenti; solo alla fine sono stati georeferenziati ed uniti in unico modello tridimensionale utilizzando punti rilevati con una Stazione Totale e con il sistema GPS.

Integrazione di fotogrammetria e laser scanner per la documentazione di beni culturali

Voltolini, Francesca;Remondino, Fabio;Girardi, Stefano;Rizzi, Alessandro;Gonzo, Lorenzo
2006-01-01

Abstract

L’integrazione di dati derivanti da metodi di rilievo differenti è uno dei problemi aperti nel campo della modellazione tridimensionale rivolta alla conservazione e alla documentazione di beni culturali. Se da una parte la digitalizzazione di opere d’arte ad alta risoluzione è necessaria per la visualizzazione dettagliata dei modelli, dall’altra, porre l’opera in un contesto geometrico e geografico più ampio risulta necessario ai fini della comprensione della stessa. Nel caso di edifici storici o siti culturali è quindi fondamentale localizzare la struttura nell’ambito territoriale di competenza. A tale scopo si rende necessaria l’integrazione di modelli 3D realizzati con sensori attivi (laser scanner) o fotogrammetria terrestre e modelli digitali della superficie (DSM) per la ricostruzione della morfologia del territorio. Mentre molte ricerche sono in atto per l’integrazione della fotogrammetria digitale e delle tecnologie laser, meno attenzione è rivolta all’integrazione di modelli digitali del suolo con modelli ottenuti attraverso la fotogrammetria a corto raggio. Nonostante le due tecniche siano entrambe basate sull’utilizzo di immagini digitali, il procedimento per ottenere il modello finale è spesso differente, così come sono differenti, soprattutto da un punto di vista delle dimensioni finali, la risoluzione e la tipologia dei modelli ottenuti. In questo articolo viene descritto il procedimento da noi utilizzato per la generazione automatica e l’integrazione di modelli ottenuti da foto aeree, terrestri e laser scanner, prendendo come esempio un castello medievale situato in Trentino. I modelli sono stati eseguiti in diverse fasi e con strumenti differenti; solo alla fine sono stati georeferenziati ed uniti in unico modello tridimensionale utilizzando punti rilevati con una Stazione Totale e con il sistema GPS.
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